Thomas Pool: Cosa puoi raccontarci del tuo background e della tua pratica artistica digitale?
Elaine Hoey: Sono tornata al college nel 2014, completando una laurea triennale e poi un MFA in Fine Art Media nel 2017. La mia decisione di tornare è stata guidata dal desiderio di creare un'arte che non avevo mai incontrato prima, di sfidare me stessa attraverso medium sperimentali e pratiche artistiche non convenzionali. Il mio lavoro esplora temi che circondano la biopolitica, tra cui identità, nazionalismo, sfollamento e, più di recente, il mostruoso femminile, come mezzo per affrontare i temi della violenza contro le donne. Come artista dei nuovi media, lavoro con la realtà virtuale (VR), l'intelligenza artificiale (IA), la performance cyber dal vivo, la realtà aumentata e l'arte generativa per esplorare come la tecnologia rimodella il nostro rapporto con noi stessi e la natura della realtà.

TP: In qualità di curatore degli RDS Visual Arts Awards 2023, quali tipi di pratiche o argomenti ti interessavano di più?
EH: È difficile individuare un artista in particolare, poiché ognuno ha portato alla mostra prospettive e punti di forza unici. La vetrina ha presentato un'impressionante gamma di approcci artistici, da lavori altamente concettuali a installazioni immersive e interattive che hanno coinvolto il pubblico a livello sensoriale. Accanto a questa diversità di media, sono stati esplorati in modo prominente i temi dell'identità e dell'ambiente, riflettendo l'impegno degli artisti nell'affrontare preoccupazioni sia personali che globali. Questa miscela di pratiche e focus tematici evidenzia l'energia sperimentale che definisce gli artisti emergenti oggi. Le mostre che sottolineano questa diversità sono essenziali, offrendo al pubblico la possibilità di sperimentare l'ampio spettro di creatività che definirà e garantirà il futuro dell'arte irlandese per le generazioni a venire.

TP: Come vedi l'eredità degli RDS Visual Art Awards? In che modo ha avuto un impatto sulla pratica emergente in Irlanda?
EH: Nel corso degli anni, gli RDS Visual Arts Awards si sono affermati come una piattaforma vitale che non solo celebra ma offre anche preziose opportunità ai giovani artisti in una fase cruciale della loro carriera. Offre visibilità e riconoscimento sia attraverso il processo di selezione che attraverso la mostra annuale. Penso che questo tipo di piattaforma di premi crei un ponte tra il mondo accademico e il mondo dell'arte professionale, supportando gli artisti nella loro transizione da studenti a professionisti.

La struttura degli RDS Visual Art Awards è stata creata per coltivare davvero l'impegno critico e il dibattito sulle arti emergenti in Irlanda. Ogni college d'arte in Irlanda è visitato da un curatore di spicco e la giuria include artisti rispettati, dando agli studenti l'incredibile opportunità di far vedere il proprio lavoro a personaggi affermati del mondo dell'arte in una fase così precoce della loro carriera. Questa esposizione è inestimabile, offrendo ai giovani artisti una piattaforma iniziale per visibilità e feedback. I premi offrono agli artisti emergenti un punto di ingresso nella scena artistica irlandese, dando loro l'opportunità di fare networking ed esporre. Molti vincitori hanno continuato a ottenere residenze, rappresentanza in galleria ed esposizione internazionale, dimostrando la portata dei premi per supportare gli artisti emergenti.
TP: In qualità di artista e docente presso l'NCAD, quale consiglio daresti agli studenti d'arte che vogliono intraprendere la loro carriera artistica dopo la laurea?
EH: Il mondo dell'arte può essere impegnativo e richiede tempo per trovare il tuo posto e sviluppare la tua pratica. È fondamentale rimanere in contatto con la comunità artistica più ampia. Costruisci relazioni con altri artisti, curatori e mentori che ti ispirano. Partecipa a mostre, unisciti a progetti collettivi e cerca spazi in cui il tuo lavoro possa risuonare ed evolversi. La collaborazione può essere tanto vitale quanto il lavoro individuale: offre nuove prospettive e spesso apre le porte a opportunità inaspettate.
Sviluppare una pratica sostenibile è fondamentale, quindi trova modi pratici per sostenerti. Questo potrebbe significare bilanciare inizialmente l'arte con altri lavori, e va bene così. Cerca residenze, sovvenzioni e opportunità creative che ti aiuteranno a finanziare ed espandere il tuo lavoro. Infine, sii paziente e perseverante. Una carriera artistica spesso impiega anni per trovare il suo ritmo, quindi concediti lo spazio e il tempo per crescere, adattarti e perfezionare il tuo lavoro.

TP: Ci sono progetti futuri a cui stai lavorando?
EH: Al momento sono impegnato in diversi progetti. Uno è un nuovo pezzo VR intitolato Legato e non legato, che fonde narrazione, pittura generativa, body-scan 3D e animazione per raccontare le storie interiori di tre donne. Queste narrazioni personali, espresse attraverso la parola parlata, danno voce alle emozioni e alle riflessioni spesso inespresse che plasmano l'esperienza di una donna del proprio corpo. L'opera intreccia tre temi: "The Displacement", "The Shaming" e "The Change", ognuno dei quali esplora il corpo come luogo di vulnerabilità e resilienza, esaminando come le pressioni sociali plasmano e, a volte, distorcono le identità delle donne.
Sto anche sviluppando cloaking, un'iniziativa di attivismo artistico collaborativo, progettata in collaborazione con la tecnologa Digital Hub e ricercatrice Trinity, la dott. ssa Dunja Skoko. Questo progetto nazionale invita artisti di varie discipline a sperimentare tecniche di mascheramento delle immagini che interrompono il riconoscimento AI e impediscono lo scraping AI online. L'iniziativa è stata ispirata da discussioni critiche su AI e arti, sollevate al recente Beta Festival 2024 (betafestival.ie).
Inoltre, sto lavorando con l'artista John Conway su Colosso, un progetto di realtà aumentata ambientato nella comunità di Clondalkin, che affronta temi complessi come suicidio e salute mentale. Di recente, ho anche curato una mostra di realtà aumentata con studenti di NCAD Fine Art Media, con sede nell'area di Liberties, che ha aperto il 12 novembre ed esplora temi come identità, sfollamento e comunità.

Elaine Hoey è un'artista che crea principalmente installazioni interattive, appropriandosi delle pratiche e dell'estetica dell'arte digitale contemporanea.